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Vitamine del gruppo B: perché così importanti?
Lo sapevi che le vitamine del gruppo B supportano non solo la funzione cognitiva ma anche quella cardiovascolare, favorendo un miglior apporto di ossigeno a tutti i distretti corporei?
Oltre ad essere coinvolte nella formazione di globuli rossi e bianchi, nella sintesi di DNA, RNA, aminoacidi e acidi grassi, una delle loro funzioni principali è di mantenere bassi i livelli di omocisteina nel sangue. Questa proteina, quando presente a livelli anomali (sopra la soglia di 7 micromoli/litro) è uno dei principali fattori di rischio cardiovascolare. Può condurre alla formazione di placche aterosclerotiche e facilitare la presenza di trombi. È stata associata a declino cognitivo e depressione.
Assimilare le vitamine
In natura, le uova rappresentano l’alimento più ricco di vitamina B, ne contengono praticamente tutte le tipologie (B1, B2, B3, B5, B6, B7, B9, B12). Tuttavia, la conversione nelle forme attive richiede diverse reazioni enzimatiche, ed in alcune persone non avvengono a causa di mutazioni genetiche ereditate o acquisite. Una delle più conosciute è la mutazione del gene MTHFR, che non consente la trasformazione dell’acido folico (vitamina B9) nella forma attiva. Ne consegue un aumento di omocisteina e la necessità, soprattutto con l’avanzare dell’età, di fornire un apporto adeguato di vitamine B attraverso dei fitoterapici.
Data l’importanza dell’integrazione di vitamina B, l’obiettivo di questo articolo è di fare chiarezza sulle forme biologicamente attive e i dosaggi di utilizzo come indicato dalla letteratura scientifica. È di enorme supporto l’esperienza proveniente dall’applicazione del protocollo ReCODE su pazienti con Alzheimer.
Panoramica sulle vitamine del gruppo B
Partiamo dalle vitamine B12, B9 e B6, che risultano essere quelle primariamente coinvolte nella trasformazione di omocisteina in metionina – che ne favorisce il calo. Una vitamina B12 ancora frequentemente utilizzata è la cianocobalamina, molecola sintetica che sebbene sia assorbita prontamente risulta poco disponibile ai tessuti. Inversamente, le forme bioidentiche come metilcobalamina e adenosilcobalamina mostrano una biodisponibilità e sicurezza molto più elevata. Per quanto riguarda l’acido folico (vitamina B9) se assunto nel suo stato elementare deve andare incontro a 6 reazioni enzimatiche prima di essere convertito nella forma attiva. La maggiore biodisponibilità si ottiene con l’assunzione di metiltetraidrofolato – MTHF. Infine, la vitamina B6 viene spesso utilizzata sottoforma di piridossina cloridato ma la sua forma bioidentica è la piridossal-5-fosfato – P5P – che è prontamente disponibile ai tessuti e garantisce una resa superiore.
Non meno rilevante è la funzione delle altre vitamine del gruppo B, in particolare la B2 e B3. Entrambe sono importanti cofattori senza le quali non potrebbe avvenire la cascata enzimatica che porta alla formazione di MTHF, e quindi anch’esse fondamentali nella riduzione dei livelli di omocisteina.
La vitamina B3 è coinvolta in tutti i processi metabolici e svolge un ruolo importante nella vasodilatazione, nel fornire energia alle cellule – in particolare quelle neuronali – ottimizzando la funzione svolta dai mitocondri. Attiva geni coinvolti nella longevità e protezione cellulare. È conosciuta come niacina, la quale deve subire tre reazione enzimatiche per arrivare alla formazione del NAD+ (la molecola del metabolismo energetico per eccellenza). Tuttavia la sua forma bioattiva, la nicotinammide (o niacinammide), necessita solo 2 passaggi enzimatici e garantisce una resa superiore. Entrambe sono efficaci e sicure nello svolgimento della propria azione.
La vitamina B2, nota anche come riboflavina, svolge un ruolo cruciale nel metabolismo dei grassi e del glucosio, nella sintesi dei globuli rossi, nella metilazione sana e nella produzione e regolazione di alcuni ormoni. Coadiuva l’azione delle altre vitamine attivando, oltre ai folati, la vitamina B6 e mediando la conversione da parte dell’organismo del triptofano in niacina.
Per essere utilizzata dall’organismo, tuttavia, la riboflavina deve prima essere convertita nella sua forma attiva: riboflavina 5′-fosfato R5P. Un sistema digestivo compromesso può influire negativamente sulla capacità del corpo di convertire la riboflavina in R5P, per cui somministrando la forma di riboflavina bioattiva e pronta per i tessuti, essa può essere utilizzata in modo ottimale dall’organismo.
Come essere sicuri di assumere sufficienti vitamine
Come si evince da quanto sopra, vi è un importante sinergia tra le varie forme di vitamine B, per cui è fondamentale che i dosaggi siano idonei per ripristinare uno stato di omeostasi cellulare e tissutale. Essi ricadono nel seguente range: B12 500 μg – 1 mg; B9 400 μg – 2 mg (utilizzata in genere tra 800 μg e 2mg); B6 20 – 70 mg (utilizzata a 20 mg); B2 5 – 50 mg ; B3 20 – 100 mg.
Per concludere, ogni volta che si assumono multivitaminici assicurarsi che le forme attive siano quelle giuste e i dosaggi adatti alle proprie esigenze. È sempre consigliata un’analisi dei valori in questione prima di integrare le vitamine da fonti diverse dalla dieta. Spesso una semplice informazione può fare la differenza.
Referenze
– David O. Kennedy. B Vitamins and the Brain: Mechanisms, Dose and Efficacy—A Review. Nutrients. 8:68 (2016)
– Rosemar A Fricker et al. The Influence of Nicotinamide on Health and Disease in the Central Nervous System. Int. J. Tript. Res. 11. (2018)
– Maša Vidmar Golja et al. Folate Insufficiency Due to MTHFR Deficiency Is Bypassed by 5-Methyltetrahydrofolate. Journal of clinical medicine. 1-18 (2020)
– Marcellina Parra et al. Vitamin B6 and Its Role in Cell Metabolism and Physiology. Cells 7: 84. (2018)
– Hughes CF et al. B-Vitamin Intake and Biomarker Status in Relation to Cognitive Decline in Healthy Older Adults in a 4-Year Follow-Up Study. Nutrients. 9(1) (2017)
– “The end of Alzheimer’s disease”. Dale Bredesen