Studio clinico – Protocollo Recode

28/06/2021

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Gli studi clinici effettuati fino a questo momento sull’Alzheimer hanno mostrato quanto questo disordine possa essere elusivo. Parliamo di circa 400 tentativi andati a vuoto per fermare questo tsunami dall’elevata potenza. Ma se l’approccio utilizzato fin’ora fosse la chiave del problema? Se un singolo farmaco non fosse all’altezza della complessità di tale disturbo? Un nuovo studio clinico condotto dal dott. Bredesen ed il suo team apre le porte a scenari molto incoraggianti. 

Utilizzando un approccio di medicina di precisione – dove attraverso una batteria di test clinici vengono identificati tutti i singoli fattori che contribuiscono al declino cognitivo – e applicando un protocollo personalizzato per ottimizzare tali parametri, 21/25 pazienti con Alzheimer lieve/moderato hanno dimostrato una totale inversione della tendenza, ripristinando efficacemente le capacità cognitive. Tale risultato quando paragonato al trattamento con il farmaco Aducanumab – ribattezzato Adhulem – approvato di recente dalla FDA (Food and Drug Administration), mostra chiaramente l’elevato potenziale alla base di una terapia personalizzata (Trial vs Aducanumab)

Lo studio intitolato Precision Medicine Approach to Alzheimer’s Disease: Successful Proof-of-Concept Trial è stato pubblicato sulla rivista peer-reviewed Journal of Alzheimer’s Disease il 4 Luglio 2022. I partecipanti di età compresa tra 50 e 76 anni si trovavano in uno stadio di Alzheimer lieve/moderato, definito “Mild Cognitive Impairment” (MCI). Per ogni paziente sono state rilevate le potenziali cause che contribuiscono allo stato patologico: infiammazione, insulino-resistenza, alterazioni ormonali e metaboliche, insufficienza di vitamine e minerali, presenza di tossine, patogeni e predisposizioni genetiche. 

Utilizzando una terapia individuale, 21 pazienti hanno avuto benefici tangibili, 1 non ha mostrato cambiamenti e 3 hanno continuato a declinare. I risultati sono stati quantificati mediante test neuropsicologici – Montreal Cognitive Assesment (MoCA) e CNS vital signs (test online eseguito mediante la piattaforma Apollo Health) – ma anche mediante Risonanza Magnetica volumetrica che analizza il livello di atrofia cerebrale. In particolare, questo ultimo criterio diagnostico ha mostrato un aumento di volume delle regioni del lobo temporale dove l’atrofia cerebrale era particolarmente estesa. A questi criteri di valutazioni è associato quello di un questionario rivolto alle persone care che si prendono cura dei pazienti per confermare il miglioramento. 


L’utilizzo di tale approccio terapeutico ha precedentemente portato alla pubblicazione dell’articolo Reversal of Cognitive Decline: 100 Patients dove 100 pazienti con Alzheimer sono sottoposti ad un trattamento personalizzato che conduce ad un riequilibrio dei processi cognitivi. Tuttavia, questo è il primo studio clinico prospettivo e i risultati estremamente incoraggianti spianano la strada ad uno studio clinico controllato, randomizzato di più ampia portata. 

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