STUDIO APOLLO HEALTH

13/03/2022

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L’eziologia multifattoriale alla base del morbo di Alzheimer ne ha impedito ogni forma di progresso scientifico basato su un approccio monoterapico. Per la prima volta il protocollo Bredesen è riuscito a fare chiarezza sugli aspetti fisiopatologici che caratterizzano questo disordine, ma soprattutto ad invertirne il decorso. Il dott. Dale Bredesen ha avuto la brillante idea di creare un network – la piattaforma Apollo Health – attraverso la quale ha permesso a professionisti internazionali di formarsi nell’esecuzione del programma ReCODE (Reversal of Cognitive Decline).

In questo articolo viene presentato il primo studio derivante dai dati dei partecipanti iscritti alla piattaforma Apollo Health, pubblicato nel Settembre 2021 sulla rivista scientifica peer-reviewed Biomedicines. Il lavoro intitolato “ReCODE: A Customized, Targeted, Multi-Factorial Therapeutic Program for Reversal of Cognitive Decline” ha coinvolto 255 partecipanti che hanno eseguito test cognitivi (oltre ad un questionario rivolto ai familiari), un ampio spettro di analisi cliniche ed un programma personalizzato basato sull’approccio nutrizionale KetoFLEX 12/3 (vedi alimentazione Alzheimer). I partecipanti sono stati seguiti da professionisti certificati nell’esecuzione del programma ReCODE e supportati dal team di Apollo Health, di cui il dott. Bredesen è il presidente.

Mentre nel primo studio clinico i criteri di inclusione prevedevano un punteggio del test cognitivo MoCA (Montreal Cognitive Assessment) > 18 (deterioramento cognitivo lieve/moderato), in questo lavoro sono stati analizzati tutti i dati dei partecipanti compresi quelli con un MoCA = 4 (Alzheimer molto avanzato). I risultati mostrano che il 51% dei partecipanti ha ottenuto un punteggio migliore rispetto a quello di partenza. Il 23% non ha mostrato miglioramenti, mantenendo comunque una stabilità ed evitando il processo neurodegenerativo. Il 26 % ha continuato a declinare. È interessante notare che la significatività statistica viene ottenuta includendo solo i pazienti con un MoCA > 10, suggerendo che per gli stadi molto avanzati le probabilità di successo vanno gradualmente diminuendo. 

Questi risultati hanno dimostrato che un programma terapeutico multifattoriale, completo e personalizzato ha avuto più successo delle attuali terapie anti-amiloidi. Da questa analisi emerge che il 74% dei partecipanti mostra funzioni cognitive migliorate o stabilizzate. Inoltre, il loro benessere generale è rispecchiato da valori ottimizzati di glicemia a digiuno, proteina C-reattiva ad alta sensibilità (che misura l’infiammazione nell’organismo), HOMA-IR (un indicatore di resistenza all’insulina), livelli di vitamina D e livelli di tossine.

Nuove strategie di intervento continuano ad essere testate ed integrate nel protocollo Bredesen per consentire a coloro che sono in fasi più avanzate di avere un arsenale di armi sempre maggiore per debellare questa malattia. Dal 2012 – anno in cui il paziente 0 è riuscito ad invertire il declino cognitivo con il programma ReCODE – sono stati compiuti molti passi in avanti. L’obiettivo ultimo è quello di estendere la sperimentazione clinica a migliaia di partecipanti, ufficializzando l’enorme potenziale alla base del protocollo Bredesen.

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