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LA RELAZIONE TRA MENOPAUSA E DECLINO COGNITIVO

01/08/2021

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Lo sapevi che la menopausa ed il calo di estrogeni contribuiscono significativamente al declino cognitivo?

Innanzitutto, il 68 % delle persone che presentano il morbo di Alzheimer sono donne [1]. Questo dato fa riflettere su come la componente ormonale impatti sulla funzione cerebrale. Data la crescente evidenza scientifica sul ruolo degli estrogeni nella plasticità sinaptica dei neuroni [2], questo articolo si focalizza sui benefici che la terapia ormonale sostitutiva può apportare a donne con declino cognitivo.  

VIA DI SOMMINISTRAZIONE E TIPOLOGIA DI ORMONE

Prima di entrare nel vivo dell’articolo occorre fare una premessa: la via di somministrazione e il tipo di ormone utilizzato influenzano significativamente l’esito e gli effetti avversi della terapia. Solide basi scientifiche mostrano che quando l’ estrogeno è somministrato per via transdermale [3] [4], si usa un progesterone naturale di tipo micronizzato [5], ed entrambi sono ormoni bioidentici, gli effetti collaterali riportati in vari studi (vedi WHI [6], WHIMS [7], WHISCA [8]) vengono drasticamente ridotti e i risultati sono molto incoraggianti [9].

ESTROGENI E SALUTE CARDIOVASCOLARE

Ma quali sono gli effetti sistemici dell’integrazione di estradiolo in seguito a menopausa? Partiamo dal sistema vascolare. Quando il 17-beta estradiolo è somministrato per via transdermale diversi sono i benefici che si hanno sulla circolazione ([10],[3] [4],[11]):

  • 1. Riduzione delle LDL ossidate
  • 2. Vasodilatazione
  • 3. Riduzione delle placche aterosclerotiche
  • 4. Calo della pressione sanguigna
  • 5. Miglioramento dell’elasticità vascolare

In particolare, gli studi di Simon et al. [3] e Scarabin et al. [4] mostrano il calo sia nella formazione di tromboembolismo venoso che di malattie cardiovascolari quando l’estrogeno viene somministrato per via transdermale rispetto alla via orale.

EFFETTO NEUROPROTETTIVO 

Per quanto riguarda il progesterone, in uno studio condotto da Jodhka et al. [12] viene dimostrata la sua efficacia a livello neuroprotettivo quando paragonato alla somministrazione di medrossiprogesterone acetato. Lo stesso effetto neuroprotettivo viene riportato in seguito all’assunzione di 17-beta estradiolo in relazione ad ischemie cerebrali [13].

IL RISCHIO DI CANCRO NELLA TERAPIA ORMONALE

Sebbene la terapia ormonale sostituiva venga sconsigliata a persone con storia di cancro, il rischio di contrarre un tumore viene completamente abbattuto quando si somministra un progesterone micronizzato invece di progestinici sintetici o medrossiprogesterone [14].  Sulla stessa scia, uno studio della durata di 16 anni mostra un calo dell’incidenza del cancro in seguito alla somministrazione di estrogeno [15]. Per chi volesse approfondire l’argomento è consigliata la lettura del libro “Oestrogen Matters”, dove viene enfatizzata – mediante l’analisi di numerosi studi – la sicurezza nell’utilizzo della terapia ormonale sostituiva in relazione al rischio di cancro. Gli autori, dott. Bluming e dott. Tavris, sottolineano i benefici palpabili nell’intraprendere questo percorso.

I VANTAGGI DELLA TERAPIA ORMONALE NELL’ ALZHEIMER

Per quanto riguarda il declino cognitivo, uno studio effettuato su 53 donne con diversi fattori di rischio per Alzheimer [16] ha dimostrato i benefici dell’uso di estrogeni per via transdermale paragonati alla somministrazione orale. La stessa via di somministrazione trova conferma in altri studi effettuati sempre su pazienti [17]. 

Inoltre, la terapia ormonale sostitutiva contribuisce significativamente al mantenimento del metabolismo cerebrale quando questo viene misurato attraverso tecniche di “imaging” come la PET [18]. Quest’ultimo studio dell’università di Stanford condotto su 68 pazienti evidenzia importanti differenze tra donne che hanno assunto 17-beta estradiolo (ormone bioidentico) e donne a cui è stato somministrato estrogeno coniugato di equino o che non hanno continuato la terapia ormonale sostitutiva. 

Le donne che hanno ricevuto 17-beta estradiolo hanno mostrato prestazioni di memoria verbale significativamente migliori rispetto alle donne con estrogeno coniugato o che non hanno continuato la terapia. I risultati hanno evidenziato anche un’attenzione significativamente migliore, memoria di lavoro, velocità di elaborazione e prestazioni delle funzioni esecutive tra le donne che ricevono estradiolo.

L’importanza della terapia ormonale sostitutiva correlata al declino cognitivo ed Alzheimer viene illustrata brillantemente in questa review pubblicata dalla dott. Ann Hathaway, ginecologa di riferimento del protocollo Bredesen. I notevoli risultati positivi derivanti dalla sua esperienza ventennale con la terapia ormonale sostitutiva promuovono pienamente l’ utilizzo di ormoni bioidentici non solo per prevenire ed invertire il declino cognitivo, ma per garantire un equilibrio fisiologico che la donna perde in seguito a menopausa. 

NUOVE PROSPETTIVE

Sebbene ci sia un’ampia letteratura scientifica che dimostri una maggiore efficacia della terapia ormonale se iniziata precocemente dall’esordio della menopausa [9], nuove evidenze supportano un andamento molto positvo anche quando la terapia viene continuata dopo i 65 anni di età [19]. Considerando che l’ estradiolo per via transdermale, l’uso di ormoni bioidentici e i dosaggi molto bassi minimizzano i potenziali effetti avversi della terapia, l’ago della bilancia sembra pendere di gran lunga a favore dei vantaggi.

Referenze

[1] Sujuan G. et al. The Relationships Between Age, Sex, and the Incidence of Dementia and Alzheimer Disease. Arch Genl Psychiatry. 55: 808-815. (1998).

[2] Brinton R.D. et al. Estrogen induced plasticity from cells to circuits: predictions for cognitive function. Trends Pharmacol Science. 30: 212-222. (2009).

[3] Simon J.A. et al. Venous Thromboembolism and Cardiovascular Disease Complications in Menopausal Women Using Transdermal Versus Oral Estrogen Therapy. Menopause. 23: 600-10. (2016).

[4] Scarabin P. ete Differential association of oral and transdermal oestrogen replacement therapy with venous thromboembolism risk. Lancet.  362: 428–432. (2003).

[5] Stanczyk FZ., et al. Progestogens Used in Postmenopausal Hormone Therapy: Differences in Their Pharmacological Properties, Intracellular Actions, and Clinical Effects. Endocrine Reviews. 34:171–208. (2013).

[6] Rossouw J.E. et al. Risks and benefits of estrogen plus progestin in healthy postmenopausal women: principal results From the Women’s Health Initiative randomized controlled trial. Writing Group for the Women’s Health Initiative Investigators. JAMA. 288 :321-33. (2002)

[7]Espeland M.A. et al. Conjugated equine estrogens and global cognitive function in postmenopausal women: Women’s Health Initiative Memory Study. Women’s Health Initiative Memory Study. JAMA. 291: 2959-68. (2004)

[8] Resnick S.M. et al.Effects of combination estrogen plus progestin hormone treatment on cognition and affect.Women’s Health Initiative Study of Cognitive Aging Investigators. J Clin Endocrinol Metab. 91: 1802-10. (2006).

[9] Santen RJ. et al., A conversation about hormone therapy: is there an appropriate dose, route and duration of use? Menopause. 24: 1221-1235. (2017).

[10] Branka I. et al. Double blind, randomized study of estradiol replacement therapy on markers of inflammation, coagulation and fibrinolysis. Atherosclerosis. 168:123 (2003).

[11] Michael P. Goodman. Are all estrogens created equal? A review of oral vs. transdermal therapy. J Womens Health. 21: 161-9. (2012).

[12] Jodhka P.K. et al. The Differences in Neuroprotective efficacy of progesterone and medroxyprogesterone acetate  correlate with their effects on brain-derived neurotrophic factor expression. Endocrinology. 150: 3162-3168. (2009).

[13] McCullough L.D. and Hurn P.D. Estrogen and ischemic neuroprotection: an integrated view. Trends Endocrinol Metab. 14: 228-235. (2003).

[14] Wood CE. et al. Effects of estradiol with micronized progesterone or medroxyprogesterone acetate on risk markers for breast cancer in postmenopausal monkeys. Breast Cancer Res Treat. 101: 125-34 (2007).

[15] Fournier A. et al. Breast Cancer Risk in relation to different types of hormone replacement therapy in the E3N-EPIC cohort. Int J Cancer. 114: 448-454. (2009).

[16] Silverman D. et al. Differences in Regional Brain Metabolism Associated with Specific Formulations of Hormone Therapy in Postmenopausal Women at Risk for AD. Psychoneuroendocrinology. 36: 502–513. (2011)

[17] Asthana S.et al. Cognitive and neuroendocrine response to transdermal estrogen in postmenopausal women with Alzheimer’s disease: results of a placebo-controlled, double-blind, pilot study. Psychoneuroendocrinology. 24: 657-77. (1999).

[18] Natalie L. Rasgon et al.  Prospective Randomized Trial to Assess Effects of Continuing Hormone Therapy on Cerebral Function in Postmenopausal Women at Risk for Dementia. Plos One. (2014).

[19] Ann Hathaway. Women, estrogen, cognition and Alzheimer’s Disease. (2012).

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