La muffa e il suo ruolo nel morbo di Alzheimer

06/03/2022

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COME SI ORIGINA LA MUFFA

Ci sono molti modi in cui un ambiente confortevole come la propria casa possa diventare il covo di agenti dannosi o sostanze tossiche. Alcuni edifici possono infatti promuovere la crescita di funghi, batteri, muffe e actinomiceti. Essi sono il risultato di 1) difetti di costruzione come poca ventilazione; 2) utilizzo di materiali che causano infiltrazione di acqua; 3) una collocazione della stanza in un punto dove non batte il sole e dove la condensa si crea più facilmente; 4) vapore acqueo generato da bagni che non vengono efficacemente arieggiati portando ad un’umidità maggiore del 60%.

CHI È PIÙ ESPOSTO E CON QUALI SINTOMI

Si stima che il 25 % della popolazione abbia una predisposizione genetica che renda il sistema immunitario impotente di fronte alle spore prodotte dalla muffa. Una volta invaso l’organismo, queste spore  penetrano all’interno delle cellule e cominciano a produrre micotossine. Il rilascio continuo causa un aumento di citochine infiammatorie e la compromissione del sistema immunitario. Uno dei disturbi provocati dalla muffa va sotto il nome di Chronic Fatigue Syndrome (sindrome della fatica cronica) [1]. La manifestazione clinica di tale sindrome è appunto debolezza muscolare, intontimento, dolore ai legamenti, sensazione di formicolio in diverse parti del corpo, perdita di acuità visiva, asma. 

LA MUFFA E IL DECLINO COGNITIVO

Tuttavia, oltre a portare ad un indebolimento della forma fisica, in molte persone le spore fungine vanno ad alterare l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene compromettendo il quadro ormonale e metabolico, ma soprattutto, interferendo con le normali funzioni cognitive. Una crescente evidenza scientifica mostra la correlazione tra intossicazione di micotossine e declino cognitivo o problemi neurologici [2] [3]. Uno dei tipi di Alzheimer descritto nel protocollo ReCODE del dott. Dale Bredesen [4], il tipo III, prevede appunto la rimozione di micotossine laddove venga diagnosticata un’intossicazione da spore della muffa.

FONTI DI APPROFONDIMENTO

Esistono diverse specie di muffe: Aspergillus, Penicillium, Fusarium, Stachybotrys, per citarne alcune tra le più importanti. Ogni specie emette delle spore che producono un tipo diverso di micotossina più o meno dannosa a seconda del sistema immunitario della persona. I meccanismi molecolari alla base del dirottamento sistemico causato da questi agenti patogeni vengono descritti brillantemente nel libro “Toxic, heal your body” del dott. Neil Nathan [5]. Per quanto riguarda la predisposizione genetica, un articolo di Dale Bredesen offre spunti molto interessanti sulla relazione tra la genetica e la manifestazione clinica della malattia [6]

COSA FARE PER LIBERARSI DELL’INTOSSICAZIONE

La terapia si basa sull’uso di specifici composti che riescono ad uccidere le spore. Successivamente si interviene con dei sequestranti o chelanti che legano le tossine da loro rilasciate per eliminarle attraverso feci, urine e sudore. Tuttavia, prima di procedere alla terapia con dosaggi minimi che poi vanno gradualmente incrementati in base a come l’organismo reagisce, è fondamentale eseguire due passaggi preliminari:

  1. Ottimizzare la funzionalità di fegato, reni, intestino e circolazione sanguigna, i sistemi attraverso cui avviene la detossificazione.
  2. Individuare ed eliminare la fonte attraverso cui avviene l’esposizione.

Sebbene il secondo step possa sembrare più semplice del primo, purtroppo la procedura di eliminazione completa della muffa è molto più elaborata di quanto si possa pensare. Negli Stati Uniti c’è una sola ditta specializzata con elevate competenze nella rilevazione ed eliminazione della muffa , e cioè “yesweinspect.com”. Il problema più difficilmente gestibile è la contaminazione delle spore su vestiti, arredamenti e in luoghi dove non ci aspetta di trovarle come nella lavatrice, impianti di aria condizionata o dietro una parete che non presenta segni evidenti. Alcune persone sono state costrette a lasciare la propria dimora e solo in seguito a questa ardua scelta la loro salute è gradualmente migliorata. Per altre, l’utilizzo di depuratori di aria con filtro HEPA e/o carbone attivo ha giocato un ruolo chiave nel miglioramento della salute, siccome l’ambiente viene preservato e resta incontaminato.

CONCLUSIONI

Per concludere, una delle cause più subdole di declino cognitivo sembra derivare proprio dall’ambiente che ci circonda. Il protocollo ReCODE interviene su questa problematica con dei test specifici per la rilevazione di micotossine nelle urine. Le persone vengono guidate verso il recupero delle abilità cognitive potenziando il sistema di detossificazione dell’organismo ed eliminando l’esposizione alla base. La nuova era della virologia e della microbiologia ci pone di fronte a sfide sempre crescenti e questi patogeni sembrano giocare un ruolo cruciale nel morbo di Alzheimer.

Referenze
  1. Brewer, JH, Thrasher JD, Straus DC, Madison RA, Hooper D. Detection of mycotoxins in patients with chronic fatigue syndromeToxins, 5: 605-617 (2013).
  2. Campbell, A., Thrasher, J., Gray, M., Vojdani, A. Molds and MycotoxinsEffects on the Neurological and Immune Systems in HumansAdvances in Applied Microbiology, 55: 375-406 (2004).
  3. Maryam Vasefi, Ehsan Ghaboolian-Zare, Hamzah Abedelwahab, Anthony Osu. Environmental toxins and Alzheimer’s disease progression. Neurochemistry International, 141: 104852 (2020).
  4. Dale E. Bredesen. Reversal of cognitive decline: A novel therapeutic program. Aging, 6:707-717 (2014).
  5. Neil Nathan. Toxic, Heal your body. (2018).
  6. Dale E. Bredesen. Inhalational Alzheimer’s disease: an unrecognized – and treatable – epidemic. Aging, vol. 8. (2016)

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